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Harley Earl ed il “Art and Color center” della general Motors

Harley Earl ed il “Art and Color center” della general Motors

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Harley Earl nacque ad Hollywood, Los Angeles, California nel 1896. Suo padre nel 1908 fondò la “Earl Automotive Works”, azienda specializzata nella realizzazione di carri rococò e bighe romane da usare nei film dell’epoca d’oro del cinema USA. Oltre a tutto ciò realizzava anche le carrozzerie speciali per le vetture personali di molte “stars”. Il giovane Harley iniziò subito a lavorare nell’azienda paterna, sviluppando un’attitudine particolare nell’uso dello “styling clay”, una speciale argilla che dava la possibilità di modellare e modificare con grande rapidità. La conseguenza era che gli Earl erano in grado di formalizzare un gran numero di proposte in tempi rapidissimi, caratteristica necessaria a fronteggiare le richieste continue degli studios. La loro attività colpì l’attenzione di Don Lee, concessionario Cadillac di Los Angeles che nel 1925 comprò L’ EAW.

Nel 1927 Lawrence Fischer, alto manager della Cadillac, visitò insieme a Lee l’azienda e rimase impressionato dal particolare metodo di lavoro del giovane Earl, al quale commissionò il disegno per il famoso modello La Salle. La vettura che scaturì ebbe un successo tale che spinse il presidente di GM Alfred Sloan a creare nel 1936 il celebre “Art and Colour center” nominando Harley Earl direttore.  Con questo atto si istituiva per la prima volta all’interno di un’azienda automobilistica un ente dedicato interamente alla ricerca e allo sviluppo dello stile delle vetture. L’importanza di questo reparto crebbe a tal punto che nel 1937 Earl venne nominato “vice president” diventando il primo uomo dello stile ad entrare nella stanza dei bottoni in quella che era la più grande azienda del mondo. Ad Earl si devono decine di innovazioni nel campo dello stile e non solo, con lui la figura dello stilista si slegò dalla semplice logica della “cosmesi del ricoprimento”  imponendosi come punto di riferimento per l’innovazione, andando ad istituire procedure cruciali come “l’obsolescenza programmata” e l’istituzione del “model year”, andando a istituzionalizzare quello che sarebbe diventato la scienza Marketing all’interno dell’azienda.  Attraverso l’istituzione dei “focus group” (gruppi di clienti strategicamente selezionati all’interno di specifiche fasce socio-economiche)

Introdusse un metodo scientifico di osservazione dell’evoluzione del gusto del mercato ponendo le prime basi del marketing, cavalcò il fenomeno dello stile aerodinamico portandolo alle estreme conseguenze con le famose “tailfins” (pinne) , imitate da tutti i marchi del mondo.

Nel 1938 presentò la prima concept car del mondo: la Y-job introducendo innovazioni come il parabrezza avvolgente e gli alzacristalli elettrici, con lui era il design center a dettare quali erano le innovazioni da sottoporre al pubblico.

Intuì che anche se si presentavano innovazioni troppo onerose da spalmare sulla normale produzione, esse creavano comunque un’immagine vincente e proiettata verso il futuro: capì che la prima condizione per creare le condizioni ottimali per le vendite era quella di diffondere un clima di ottimismo, un ottimismo dato da un progresso tecnologico alla portata di tutti, il sogno americano applicato all’automobile. In questa parte del nostro studio vogliamo invece entrare più nel merito plastico delle sue vetture.

Definire Earl progressista è veramente facile: la voglia di innovare di migliorare l’automobile traspira da tutti i disegni del centro stile GM fatti sotto la sua guida.

Earl è progressista in tutto: nel disegno della carrozzeria, nel metodo di pubblicizzare le nuove automobili ( sua l’invenzione dei motorama ), nel modo di guardare con ottimismo verso il futuro attraverso le sue famose “concept car”  vere astronavi su quattro ruote.

Il designer americano si ispira guardando sempre all’oggetto più tecnologicamente avanzato della sua epoca, prima all’aviazione poi ai razzi della nasa che partono alla conquista dello spazio.

Naturalmente non si ferma ad un’imitazione pedissequa ma elabora un linguaggio nuovo coerente con se stesso. alle pinne ( Tailfins ) introdotte sulla cadillac del 1948 seguono una serie infinita di innovazioni di stile e di vivibilità dell’auto come per esempio il parabrezza panoramico che sono l’icona di per eccellenza degli anni ’50 in tutto il mondo.

Paolo Granelli

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