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Il Vitalismo e L’automobile

Il Vitalismo e L’automobile

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Già il nome dato a questo approccio di stile ne indica quale sia la principale fonte di ispirazione: le forme di vita animale.

La natura è da sempre la prima fonte di ispirazione ogniqualvolta l’uomo si trova a dover plasmare una forma: avendo cioè davanti un modello tanto ben riuscito è una tentazione quasi irresistibile non imitarlo.

Focalizziamoci però sull’aspetto plastico: da che cosa è caratterizzato questo modo di concepire la forma?

Emerge subito che questo è il regno delle forme complesse, vi sono curve,  vi sono superfici a doppia curvatura, vi sono volumi dotati di una complessità tale da configurare l’aspetto di un organismo biologico…dotato di vita appunto.

Quali sono allora le caratteristiche plastiche di un organismo vivente?

Sappiamo che al concetto di vita è associato il concetto di movimento, tutte le forme di vita si muovono. Muoversi nel nostro ambiente implica avere a che fare con varie forme di attrito ma soprattutto con la forza di gravità.

Per estensione possiamo allora dire che la forma dei muscoli, delle ossa, degli arti , delle foglie è  “disegnata” in funzione di quei  – 9,8 m/sec. quadrato che definiscono la famosa “forza G”.

Scherzosamente possiamo affermare che la forza G è il più grande designer…

Ma se la natura fornisce il lessico (il repertorio formale al quale attingiamo) il designer cosa inventa?

Il designer compone la sintassi e crea un linguaggio adatto all’oggetto. Un esempio:

Quando Flaminio Bertoni disegna la DS dice di essersi ispirato ad un pesce: ma non per questo ha disegnato uno sgombro con quattro ruote! Egli ha usato i volumi, le curvature, le entasi tipiche degli animali acquatici formando un organismo nuovo.

Paolo Granelli

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