ll Razionalismo:
Il movimento moderno e l’automobile
Parlare di razionalismo nel car design vuol dire parlare di un modo di progettare che non si preoccupa di “ rappresentare”qualcosa. Mentre cioè negli altri macrofiloni esaminati vi era sempre il tema di riallacciarsi ad una metafora per avvalorare lo stile, la natura nel vitalismo, la tecnologia nel progressismo, nel razionalismo non ci si pone tali problemi di espressività del disegno, ma si cerca di dare ad un problema oggettivo una soluzione altrettanto oggettiva. Mettendo al centro della ricerca l’uomo e la sua esigenza di mobilità e di trasporto di beni si ottiene una forma il più delle volte caratterizzata da forme minimali, ottenute da sintesi o accorpamento di volumi euclidei. Se dovessimo trovare uno slogan a cui riferirci per definire il razionalismo nell’auto e non solo potremmo usare le parole di Brancusi che disse “la semplicità è la complessità risolta”.
Per sua natura quindi il progetto razionalista è un progetto fuori dal tempo che non invecchia , se non quando invecchiano o cambiano i presupposti sui quali è stato creato, come le tecnologie, le leggi che governano la mobilità oppure le esigenze di mobilità delle persone.
Per un lungo periodo durato decenni (dagli anni ’20 agli anni ’80 del 900) il razionalismo ha avuto un grande successo nei campi dell’architettura e dei beni di consumo, nell’automobile ne ha avuto meno ed è stato solo nel ventennio 1970-1990 che ha avuto un certo successo in Europa. In questo periodo dalle automobili sono scomparse le decorazioni, i fregi e le superfici bombate a favore di volumi semplici votati all’abitabilità prima e all’aerodinamica poi. anche gli interni sono diventati più razionali con uno sfruttamento ottimale dell’abitacolo, un attenzione maggiore all’ergonomia, alla flessibilità di utilizzo del bagagliaio con dispositivi quali cappelliere amovibili e la possibilità di ribaltare anche i sedili posteriori al fine di creare un piano di carico più grande.
Paolo Granelli